

La sua pittura ha sempre rimosso i fantasmi e le paure del più sopito sonno guerriero dell’uomo, ma anche dell’indicibile di cui egli è capace di generare con i massacri, la violenza, le lotte di conquista, la nuova vita. La sua prospettiva è sempre quella vista dall’ultimo: di chi uccide o l’ucciso, mai di chi racconta lontano nel tempo.

Attardi è sempre vigile, presente, vive il qui ora, perché i suoi personaggi sono sempredei grandi protagonisti, nel bene o nel male, di ciò che accade nella realtà delle passioni che è anche il gran teatro della storia. La sua pittura è una potente macchina scenica che incarna con forme di melodramma il più sottile e spietato palcoscenico dell’esistenza che viene subito dopo Bertold Brecht e Antonine Artaud.